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17.09.2020
La forza delle imprese al femminile, secondo Intesa Sanpaolo e la Fondazione Marisa Bellisario
Quali sono le imprese che meglio hanno reagito allo choc del Covid-19? Una risposta arriva dall’indagine realizzata in occasione del premio ‘Women Value Company’ di Intesa Sanpaolo, presentato ieri.
Le risposte arrivano durante un webinar coordinato da Maria Latella e organizzato da Intesa con la Fondazione Marisa Bellisario. Arrivano con la testimonianza di imprenditrici – Marilisa Allegrini, Federica Lucisano, Silvia Merlo – e manager – Anna Roscio, direttore Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo. Tema: la ‘Valorizzazione del talento femminile e della parità di genere come leva strategica per imprese competitive’.
Lo svolgimento ha un dato che accomuna tutte, l’essere alla guida di aziende di famiglia, aver avuto alle spalle genitori capaci – come ricorda Federica Lucisano, ad del Lucisano Media Group che produce film (di cui si occupa lei) e fiction (in gestione alla sorella) – di delegare e dar loro fiducia.
Questo vale non solo nell’intrattenimento, ma anche in campi più difficili, come l’agricoltura tradizionalmente maschile, dove Allegrini ha preso le redini della sesta generazione del gruppo, o l’industria metalmeccanica in cui opera il Merlo Group di cui Silvia è ceo: un’azienda con base a Cuneo, da 1.200 dipendenti e alla ricerca sempre più di professionalità femminili.
L’incontro, dedicato alle 90 imprese finaliste (su 900 candidature) del ‘Women Value Company‘, sarà poi seguito – il 17 ottobre su Raiuno – dall’assegnazione della Mela d’oro, in occasione con la cerimonia della 32esima edizione del premio Marisa Bellisario ‘Donne ad alta quota’.
In Italia, sono 1.340.000 le imprese guidate da donne: il 22% del totale, cresciute negli ultimi 5 anni a un ritmo più intenso di quelle maschili (+2,9% vs +0,3%). La pandemia ha tuttavia bloccato la crescita, a testimonianza del fatto che nel periodo critica il peso più rilevante è ricaduto sulle donne, come emerso a luglio dal IV Rapporto sull’imprenditoria femminile, Unioncamere.
Proprio per analizzare le principali strategie utilizzate per gestire la crisi economica, la direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha realizzato l’indagine presentata da Stefania Trenti, responsabile Industry Research. Durante il lockdown le intervistate hanno testimoniato di avere adottato risposte immediate, con una grande attenzione alle misure di sicurezza per i dipendenti, ma anche con nuove attività di formazione dei lavoratori. Lo smart working nelle imprese al femminile ha coinvolto 1 lavoratore su 3, e nel 2021 si ipotizza di assestarsi su livelli superiori al pre-crisi.
Quanto al futuro, sono quattro le priorità individuate dalle imprenditrici: la solidità patrimoniale; il capitale umano, la sostenibilità. E soprattutto il digitale: l’introduzione e il potenziamento di soluzioni digitali coinvolge il 61% delle intervistate, la riorganizzazione dei processi il 52%, e la modifica e l’ampliamento dei canali di vendita il 44%. Il digitale prospetta in particolare – secondo le imprenditrici – nuove opportunità in termini di beni e servizi offerti, ma anche di rafforzamento competitivo.
Come ha detto la presidente della Fondazione Marisa Bllisario, Lella Golfo: “La ri-partenza che tutti vogliamo inizia da qui: dalle capitane coraggiose e dalle pmi che hanno scelto di investire sul capitale di talento e competenze delle donne. E se anche l’Onu certifica che le donne pagheranno il prezzo più alto della pandemia, le quasi seicento Piccole e Medie Imprese candidatesi anche quest’anno ci danno un segnale di speranza, fiducia e incoraggiamento”.
Mentre Stefano Barrese, responsabile Divisione banca dei territori Intesa Sanpaolo, anche lui intervenuto al pomeriggio ‘femminile’ è convinto che “il primo passo è proprio ripartire dalle donne, dal loro coraggio, dalla loro creatività, dal loro sapere e saper fare. Come banca di riferimento del Paese, sentiamo fortissimo l’impegno di sostenere il lavoro, la parità di genere e l’imprenditoria in tutte le sue forme”.
Affermazione confermata da Anna Roscio, diventata dirigente a 36 anni, che spiega come la sua banca “si impegna nella valorizzazione del femminile e nel conciliare lavoro-famiglia”, con un welfare aziendale fatto di asili, smart working, orari flessibili.